Quando si parla di accessione invertita?

09.04.2024

Tra i vari modi di acquisto a titolo originario del diritto di proprietà rientra l'accessione.

Ai sensi dell'art. 934 c.c., qualunque piantagione, opera o costruzione presente sopra o sotto il suolo appartiene al proprietario di quest'ultimo. Il proprietario della cosa ritenuta principale (ad esempio il suolo) acquista la proprietà delle cose ritenute accessorie (ad esempio un albero) che vengono incorporate alla cosa principale. Si verifica quindi una stabile incorporazione – per opera dell'uomo o anche di un evento naturale – di beni che appartengono a proprietari diversi, senza che il proprietario della cosa principale esprima la sua volontà e senza neppure che gli ne sia a conoscenza.

Tuttavia, la regola generale del "superficies solo cedit" viene derogata e ribaltata in caso di accessione invertita che si configura quando, nel realizzare una costruzione, il proprietario del fondo vicino sconfina nel fondo altrui, cosicché l'edificio viene a trovarsi a cavallo tra due fondi di proprietari diversi.

L'art. 938 c.c., al verificarsi di tale situazione, prevede che se la parte realizzata sul terreno altrui non ha una propria autonomia funzionale, se l'autore dello sconfinamento si è trovato ad operare in buona fede e se il proprietario del fondo occupato non si oppone entro tre mesi dal giorno in cui la costruzione sul fondo è iniziata, il proprietario "sconfinante" può rivolgersi al giudice e ottenere, con una sentenza costitutiva, il trasferimento della proprietà del suolo occupato a fronte del pagamento, in favore del proprietario del suolo, di una somma pari al doppio del valore della superficie occupata.

Si dice appunto "invertita" perché l'accessione opera inversamente, grazie alla sentenza costitutiva, rispetto alla regola generale sopra detta.

Dott.ssa Benedetta Miccioni