Qual è la differenza tra arresti domiciliari e detenzione domiciliare?

27.09.2022

Spesso in televisione e sui giornali si sente parlare di "domiciliari" in senso generico e molto spesso erroneo.

Si tende, infatti, ad assimilare due istituti che sono da tenere ben distinti, sia per le finalità che per i presupposti di applicazione.

Gli arresti domiciliari, disciplinati dall'art. 284 del nostro codice di procedura penale, consistono in una misura cautelare personale coercitiva che, come tale, interviene prima di una condanna definitiva.

Le misure cautelari, infatti, consistono in provvedimenti disposti dall'autorità giudiziaria, provvisori ed immediatamente esecutivi, che sono diretti ad evitare che il trascorrere del tempo possa provocare un pericolo in merito all'accertamento del reato o all'esecuzione della sentenza definitiva.

In presenza di questi presupposti, tali provvedimenti sono applicati dal giudice di cognizione nel corso del procedimento penale.

Gli arresti domiciliari, nello specifico, consistono nel divieto dell'indagato - se ci sono seri indizi di colpevolezza - di allontanarsi dalla propria abitazione durante lo svolgimento delle indagini investigative.

La detenzione domiciliare, invece, è una misura alternativa alla detenzione consistente nell'espiazione della pena (o del suo residuo) presso la propria abitazione.

La disciplina specifica è contenuta nell'art. 47 ter dell'Ordinamento penitenziario che stabilisce quali soggetti possono accedere a questa forma alternativa alla detenzione carceraria.

A decidere sull'applicazione o meno di tale misura è l'organo giurisdizionale collegiale competente nell'esecuzione della pena, ossia il Tribunale di sorveglianza del luogo in cui la pena deve essere espiata o, comunque, deve avere esecuzione.

È chiara quindi la differenza tra i due istituti: gli arresti domiciliari intervengono prima della sentenza definitiva di condanna, la detenzione domiciliare interviene dopo e consiste in un'alternativa alla detenzione carceraria.

Avv. Giulia Solenni