Cosa sono gli usi civici?

21.11.2023

Gli usi civici possono apparire a molti ormai un residuo assai polveroso delle vecchie concessioni feudali o quantomeno delle antiche forme di proprietà collettive, la cui varietà appare infinita (legnatico, semina, fungatico ecc…). Al contrario, esso deve essere considerato con rinnovato interesse alla luce dei "nuovi" art. 9, 42, 43 della Carta Costituzionale, della legislazione odierna ed alle recenti sentenze della Corte di Cassazione.

È vero che tale forma di proprietà, a partire dal XX secolo, è stata vista con notevole sfavore dal legislatore, in quanto apparentemente in contrasto con il principio del numerus clausus dei diritti reali e con la limitazione della assolutezza della proprietà privata, tuttavia, essa persiste ancora ai giorni nostri.

Gli usi civici rappresentano un variegato fenomeno soprattutto per la realtà italiana. Essi sono i diritti goduti da una società su terreni pubblici o privati che derivano da risalenti forme di proprietà collettiva, i quali nel territorio italiano sono riconducibili soprattutto alle forme di diritto dei suoli ed ai differenti livelli della sua evoluzione presenti negli stati preunitari.

In Italia, proprio la frequenza delle fattispecie, la varietà di situazioni e consuetudini, nonché l'ostacolo che spesso queste costituivano allo sviluppo agricolo in senso moderno, indirizzò il legislatore nel 1927 a decretare che tutti gli usi civici esistenti in quel momento avrebbero dovuto essere rivendicati e regolarizzati dando la possibilità ai soggetti di affrancarli e, quindi, di trasformare il godimento delle terre di demanio civico o la proprietà gravata da uso civico in piena proprietà assoluta ed esclusiva. Venne istituito un apposito magistrato detto Commissario liquidatore degli usi civici, con lo scopo principale, ma non esclusivo, di organizzare e gestire la liquidazione di tali usi (qualora vertenti su terreni privati), nonché di regolare quelli non ancora liquidati (interessanti terre comunali, frazionali ecc…). Tale procedimento di riordino e liquidazione, iniziato con la legge 1766 del 1927, non ha ancora portato nemmeno ad un completo censimento degli usi civici in Italia. 

Avv. Danila D'onofrio