Depp-Heard: un processo più mediatico che giuridico

06.06.2022

Sei settimane.

Più di 100 ore di testimonianze.

Milioni di visualizzazioni.

Un verdetto da più di dieci milioni di dollari.

Sono questi i numeri del seguitissimo processo "Depp-Heard" celebratosi a Fairfax, Virginia, e conclusosi mercoledì 01.06.22 con l'emissione del verdetto che ha visto la condanna di Amber Heard al pagamento di oltre dieci milioni di euro per aver diffamato l'ex marito, Johnny Depp.

In particolare, nel 2018, Amber Heard aveva pubblicato sul Washington Post un articolo (scritto in realtà da avvocati dell'organizzazione per i diritti civili American Civil Liberties Union), in cui si era definita "una figura pubblica che rappresenta la violenza domestica".

Pur senza mai nominare direttamente Johnny Depp, il soggetto accusato di aver sottoposto l'attrice ad abusi e violenze fu facilmente fatto risalire a lui con tutte le conseguenze professionali e reputazionali del caso.

Dopo una serie di schermaglie legali, Johnny Depp ha citato in giudizio la ex moglie per cinquanta milioni di dollari a titolo di risarcimento dei danni patiti a causa di quell'articolo del 2018.

Amber Heard ha contro-citato l'attore per cento milioni di dollari, sostenendo che Depp l'avesse a sua volta diffamata quando il suo team legale ha definito le sue affermazioni "false" e una "bufala della violenza sessuale".

Insomma, il processo appena conclusosi rappresenta l'epilogo di una storia di cronaca che è stata in grado di catalizzare l'attenzione di milioni di persone sui social network.

Breve contestualizzazione

Negli Stati Uniti d'America, l'intero Ordinamento è molto diverso dal nostro. Anzitutto, essendo una repubblica presidenziale federale, i singoli Stati godono di una particolare autonomia legislativa sulle materie più diverse.

In Virginia la diffamazione è ancora reato (come in Italia, ex art. 595 c.p.), ma il processo "Depp-Heard" si è svolto davanti al giudice civile. Questo significa che nessuno dei due attori rischiava un'incriminazione e il fine perseguito da Depp e dalla Heard era solo quello di vedersi riconosciuto il risarcimento dei danni subiti dai comportamenti diffamatori.

Le cause civili, infatti, hanno lo scopo di risarcire la persona lesa piuttosto che punire chi ha commesso l'illecito. Nel caso che ci occupa, la Heard ha perso la causa civile, ma non è stata condannata per alcun reato e la giuria, per prendere la sua decisione poi trasfusa nel verdetto, non ha dovuto valutare che la colpevolezza dell'attrice fosse stata provata "ogni ragionevole dubbio", ma solo quale delle due versioni portate in aula fosse la più probabile, sulla base delle prove raccolte.

A differenza di quanto avviene in Italia, chi prende la decisione non è il giudice, ma la giuria. Si tratta di cittadini americani selezionati causalmente, a cui viene assegnato l'onore-onere di valutare le prove, le testimonianze, le arringhe degli avvocati e poi stabilire quale parte processuale abbia ragione e quale torto (nel processo penale, decidere se condannare o meno l'imputato) e quantificare anche la somma da versare da parte del soccombente. Una volta emesso il verdetto, il giudice pronuncerà la sentenza.

Il verdetto

All'esito di sei settimane di udienze, dopo aver raccolto le testimonianze di moltissime persone tra cui Kate Moss, la giuria si è ritirata in camera di consiglio per emettere il verdetto.

Mercoledì 1 giugno 2022, dopo un breve rinvio della giuria deciso dal Giudice, il processo si è concluso con le seguenti previsioni: Johnny Depp è stato diffamato dalla ex moglie, Amber Heard, la quale è stata condannata a pagare all'attore più di dieci milioni di dollari.

Per quanto riguarda la contro-citazione di Amber Heard, la giuria ha condannato Johnny Depp al pagamento di due milioni di dollari.

Quali sono, tuttavia, le motivazioni di questo verdetto?

I giornali americani che si sono occupati della vicenda da un punto di vista più legale sostengono che, nonostante la Heard avesse portato moltissime prove a favore della propria difesa, sono stati due gli "strikes" che hanno portato alla vittoria di Depp.

  • La testimonianza di Amber Heard durante la direct examination da parte dell'avvocatessa di Johnny Depp è stata ritenuta una recita, non attendibile.
  • I team legale di Amber Heard non ha avuto un momento di pace a causa dell'eccessiva esposizione mediatica e ciò ha avuto ripercussioni sul lavoro svolto in aula: errori, distrazione, incertezze.

Dopo la lettura del verdetto, Johnny Depp ha dichiarato di essere grato alla giuria per avergli restituito la sua vita.

Da parte sua, invece, Amber Heard si è detta amareggiata e che il proprio disappunto andava oltre le parole.

Probabilmente, proporrà appello.

Un processo più mediatico che giuridico

Gli ingredienti del processo "Depp-Heard" non potevano che portare al risultato che tutti conosciamo: esposizione mediatica, fazioni, ricerca del minuto di successo e tanto tanto odio online.

Non è un segreto né una novità che spesso il vero processo si svolga al di fuori dell'aula del tribunale e ciò avviene in ogni parte del mondo, soprattutto se i soggetti coinvolti godono della popolarità di Johnny Depp e di Amber Heard.

Parliamo di miliardi di visualizzazioni dell'ashtag #johnnydepp e #justiceforjohnnydepp e della trasmissione delle udienze in diretta sia televisiva che sui canali YouTube di Sky News, Fox e di reti specializzate come Law & Crime e Court TV.

Ebbene, la domanda sorge spontanea: era davvero necessario esporre in questo modo le fragilità personali e relazionali di due persone già sovraesposte?

C'era da aspettarselo? Sicuramente.

Ma se c'è una cosa che dovremmo aver imparato in tutti questi anni e in tutti gli orribili episodi di cronaca avvenuti nel mondo (pensiamo, solo in Italia, alla strage di Erba, a Cogne, a Garlasco, e più recentemente alla funivia di Stresa o alla gogna mediatica della preside accusata falsamente di avere una relazione con uno studente), è che le cose poi sfuggono di mano e, mentre chi deve giudicare si ritrova irrimediabilmente sommerso di notizie, parole e pressioni, rischiando così di compromettere il proprio giudizio, i soggetti coinvolti nel processo si trovano a dover fronteggiare anche un processo mediatico, con tutte le conseguenze del caso.

Ed è ciò che è successo nel caso "Depp-Heard". Senza prendere le parti di nessuno dei due attori, ognuno con le sue colpe e le sue verità, è evidente che siano stati entrambi vittime di ciò che è accaduto sui social network in queste sei settimane. Non può sfuggire ad un occhio attento, infatti, come il contenuto di alcune dolorosissime e personalissime testimonianze sia stato immesso su internet, con l'evidente rischio che venissero distorte e schernite le esperienze intime dei soggetti coinvolti nel processo.

In un processo per diffamazione, in cui la reputazione del soggetto leso è punto focale intorno cui ruota l'intera vicenda, Johnny Depp e Amber Heard sono stati presi, analizzati e insultati nella pubblica piazza dei social network.

Ore e ore di filmati e fotografie che vedevano entrambi gli attori in momenti di grandissima vulnerabilità sono stati resi accessibili a chiunque.

Non è una cosa automatica che in Virginia giornalisti e televisioni possano trasmettere in diretta quanto accade in aula, in particolar modo quando i temi siano di particolare sensibilità, tipo la violenza domestica e gli abusi. Eppure, il giudice assegnatario di questo processo ha autorizzato quanto sopra nella perfetta consapevolezza delle conseguenze.

E allora, si torna sempre al solito punto: quanto vale la dignità di un essere umano?

Dott.ssa Alice Lambicchi