DIRITTO E CYBER GUERRA: Il teatro bellico tra Russia e Ucraina

25.03.2022

Al giorno d'oggi la possibilità̀ che l'uso della forza nelle relazioni internazionali coinvolga il cyberspazio è divenuta una realtà concreta. Questo crea interessanti interrogativi in merito all'inquadramento del cyberwarfare all'interno del vigente sistema di relazioni interstatuali . È ormai riconosciuto, infatti, da a parte degli stessi Stati belligeranti che gli strumenti cibernetici costituiscano una nuova linea di combattimento.  Alla luce di tale affermazione è di fondamentale importanza ricercare un'esatta descrizione di questo fenomeno sia sul piano legale che tecnico informatico.

Un attacco cibernetico consiste in un'azione posta in essere per mezzo di una rete di computer al fine di disarticolare, distruggere, degradare o impedire l'accesso a computer e reti, ovvero ad informazioni in esse contenute.

Gli obiettivi di un attacco cibernetico possono essere sia le informazioni che la causazione di un danno fisico.

Un attacco si questo tipo può̀ realizzarsi isolatamente o come supporto di un attacco convenzionale, al fine di semplificarne il compimento ovvero di massimizzarne gli effetti.

Potrebbe essere utilizzato, ad esempio, un malware allo scopodi disabilitare i sistemi di difesa antiaerea di uno Stato, onde consentire una più̀ efficace penetrazione delle forze aeree dell'attaccante .

Un cyber attacco è qualunque tipo di azione offensiva che ha come obiettivo un computer, sistemi informatici, server o infrastrutture di rete, usando varie metodologie per sottrarre, modificare o distruggere dati o sistemi informatici.

Quello a cui stiamo assistendo oggi, nella famigerata guerra tra Russia ed Ucraina, coinvolge, oltre la tautologica forza militare al fronte, anche questo settore.

Nonostante sia poco conosciuto ed ancor meno parlato, è comunque letale.

Dopo un'analisi giuridica e meramente tecnica di quelli che sono gli aspetti normanti che ne regolano la manifesta istituzionalizzazione nell'ambito del diritto internazionale, vedremo più nel dettaglio l'organizzazione che oggi ne fa capo.

Cosa è la clausola Mertens?

L'art. 2, par. 4, della Carta delle Nazioni Unite dispone un divieto generale di ricorso alla forza ed alla minaccia di uso della stessa nelle relazioni internazionali, fatta salva l'eccezione del 'diritto naturale' alla legittima difesa individuale e collettiva.

Secondo questa disposizione, in attesa di una completa codificazione del diritto di guerra, "le popolazioni e i belligeranti restano sotto la salvaguardia e sotto l'imperio dei principi del diritto delle genti, quali risultano dagli usi stabiliti fra le nazioni civili, dalle leggi di umanità e dalle esigenze della coscienza pubblica"

Ove l'attacco cibernetico non integri gli estremi di una violazione dell'art. 2, par. 4 della Carta dell'ONU, lo Stato vittima può̀ disporre comunque adeguate contromisure, concordemente con quanto previsto dai trattati internazionali.

Tra le contromisure di natura restrittiva, la prassi internazionale porta ad analizzare le sanzioni economiche, ovvero quelle restrizioni di natura patrimoniale, commerciale ed economica da parte di uno o più Stati verso un paese ritenuto colpevole di una condotta internazionale illecita. Assai varie sono le tipologie di misure sanzionatorie, da embarghi su specifiche merci a restrizioni di natura finanziaria, quali il blocco dei conti correnti.

L'Unione europea prevede la possibilità di applicare sanzioni economiche e finanziarie sia per la difesa dei valori comuni, che per il rafforzamento della sicurezza nell'Unione in tutte le sue forme.

Ciò premesso e considerata la massima versatilità delle azioni cibernetiche, è possibile affermare che queste, forse ancor più delle sanzioni economiche, possono atteggiarsi a strumento di contromisura paradigmatico ed estremamente efficace per rispondere ad illeciti internazionali che non costituiscano una violazione dell'art. 2 par. 4 della Carta dell'ONU.

Il diritto internazionale applicabile ai conflitti armati si basa su due principi: ius ad bellum e ius in bello, che presuppongono la presenza di due (o più) Stati contrapposti, con armi e organismi proprietari schierati sul campo.

Nel contesto attuale stiamo assistendo a interventi di privati, aziende, collettivi e volontari che irrompono sullo scenario di guerra. E a "attacchi" cyber sferrati da organismi russi verso Paesi non in conflitto.

La prima questione a cui è difficile rispondere è: quando un eventuale attacco cibernetico a danno di un paese terzo appartenente alla Alleanza atlantica, può essere qualificato come attacco militare, tale da far scattare l'articolo 5 del trattato Nato e quindi legittimare il diritto di difesa, in base all'articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite?

Il diritto internazionale considera attacco armato nonchè attacco distruttivo, anche il cosiddetto "cinetico."

Rimane il fatto che, se l'attacco cyber è sferrato contro una infrastruttura critica e la distrugge, producendo effetti cinetici, è considerato attacco armato.

Oggi, la Russia viene combattuta anche sul fronte informatico.

Chi è a capo di questa spedizione punitiva? Anonymous.

Anonymous è un'organizzazione internazionale che recluta alcuni tra gli Hacker più potenti al mondo.

In maniera cadenzata sferrano continui attacchi informartici ai sistemi anche televisivi della Russia.

Tuttavia l'espansione nel cyberspazio, potrebbe determinare quella che viene definita la Nebbia di guerra, nascondendo le informazioni cibernetiche.

Siamo, ad oggi, di fronte ad una vera e propria cyber war.

L'aspetto peculiare di questo conflitto bellico, è il suo aspetto ibrido. La finalità è quella di generare il caos; quello che non viene raccontato è che gli attacchi cyber risalgono a già prima dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia; e proprio da parte del Cremlino che ha fatto passare in sordina i numerosi attacchi perpetrati.

La cyberwar è la nuova frontiera della guerra, ma questo si sa sin dal 2014, anno in cui tra Ucraina ed il Donbass iniziò una guerra silente.

Considerata già all'epoca la quinta dimensione della conflittualità per i suoi elementi extra-atmosferici.

La cyberwar è uno strumento tra i tanti utilizzabili nell'ampia categoria della guerra, da mettere al servizio degli obiettivi strategici della politica.

Difatti, quando uno Stato, come la Russia, voglia assicurarsi un ruolo di primo piano, mette in campo ogni strategia fondamentale per rassicurarsi la supremazia.

Il dominio cibernetico è uno di questi, e la cyberwar è diventata uno strumento necessario nella conduzione di un conflitto contemporaneo ed il ruolo avuto dalla "non ufficiale" cyber milizia russa lo ha dimostrato alla comunità internazionale.

Avv. Francesca Polimeni