L'Oblio oncologico

18.07.2022

L'oblio Oncologico, o meglio il diritto all'oblio oncologico, è un diritto fondamentale poco conosciuto, ma che condiziona la vita quotidiana di chi è ormai definitivamente guarito da un tumore.

In molti Paesi europei, tra i quali Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda e Portogallo tale diritto è già normato da una specifica legge che consente, a chi è guarito, di non dover dichiarare la malattia quando si trova ad accendere un mutuo in banca, richiedere un prestito o firmare un nuovo contratto di lavoro. Oggi, in Italia, è invece ancora necessario comunicare se si è stati in cura per una neoplasia.

L'oblio oncologico, letteralmente, dovrebbe essere il diritto a non far sapere a tutti che si è stati malati di tumore. Perché c'è questa necessità? In Italia, dopo aver combattuto contro un cancro ed essere guariti, ci si trova a non poter accedere ad alcuni servizi o tutele. Per chi ha un passato oncologico è difficile ottenere un mutuo, un prestito, spesso le assicurazioni non tutelano completamente eventuali malattie o hanno massimali molto alti.

Per accedere a determinati servizi o colloqui, infatti, bisogna comunicare se si è stati in cura per una neoplasia o una malattia invalidante e purtroppo spesso la storia clinica può condizionare il futuro. Ecco, quindi, che potrebbe diventare importante una legge sul diritto all'oblio oncologico, ovvero al non dover dichiarare che in un passato lontano, si è stati malati. C'è poi anche da fare una riflessione importante: dopo la guarigione, si devono seguire di protocolli di follow up, che possono durare da 5 a 20 anni.

Ecco perché diviene importante, procedere all'emanazione di una legge che tuteli il diritto all'oblio.

Dal cancro si guarisce, ma nonostante ciò, in Italia, dimenticare di aver avuto il cancro è particolarmente difficile perché alle persone guarite da una patologia oncologica sono ancora negati dei servizi e delle possibilità.

Nel caso dell'adozione di figli, ad esempio, la legge prevede che tra gli aspetti che possono formare oggetto delle indagini del tribunale per i minorenni per verificare l'idoneità all'adozione vi sia anche lo stato di salute dei richiedenti l'affido; per la stipula di contratti bancari e assicurativi la storia medica del contraente può arrivare a giustificare anche l'imposizione di oneri ulteriori rispetto a quelli previsti per gli altri clienti "sani" e a incidere sulla valutazione del rischio dell'operazione e della solvibilità dello stesso.

Per lo Stato italiano, in altri termini, alla guarigione clinica non segue una guarigione giuridica.

Per dirlo con le parole di Adriana Bonifacino, presidente e fondatrice dell'associazione e responsabile del centro di senologia dell'ospedale Sant'Andrea di Roma: «In Italia i pazienti oncologici vorrebbero estendere il loro codice di esenzione "048" a vita, comprendo la necessità per molti, anche economica, di non voler o non poter pagare i ticket inerenti i controlli anche dopo 10 anni dalla malattia. Va trovata una forma di equilibrio affinché i diritti vengano tutelati e preservati, e, contemporaneamente, offrire la possibilità al milione di considerabili guariti di ottenere anche una guarigione giuridica. Ecco la chiamerei esattamente così: guarigione giuridica».

Per superare le discriminazioni connesse allo status di ex paziente oncologico e aiutare le persone che sono riuscite a vincere la battaglia contro il tumore a riprendere in mano la propria vita, alcuni Stati europei si sono dotati di strumenti legislativi che riconoscono il diritto all'oblio oncologico.

Sì, in alcuni Paesi esiste. Come già annunciato, tale diritto è riconosciuto in Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda e Portogallo, mentre in Italia non c'è ancora una normativa.

Recentemente sul tema si è espresso anche il Parlamento europeo ("Risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022 su rafforzare l'Europa nella lotta contro il cancro - Verso una strategia globale e coordinata") chiedendo "che entro il 2025, al più tardi, tutti gli Stati membri garantiscano il diritto all'oblio a tutti i pazienti europei dopo dieci anni dalla fine del trattamento e fino a cinque anni dopo la fine del trattamento per i pazienti per i quali la diagnosi è stata formulata prima dei 18 anni di età" e "l'introduzione di norme comuni per il diritto all'oblio nel quadro delle pertinenti disposizioni sulla protezione dei consumatori del trattato sul funzionamento dell'Unione Europea, al fine di superare la frammentazione delle pratiche nazionali nel campo della valutazione del merito di credito e garantire la parità di accesso al credito per i sopravvissuti al cancro.

Il diritto all'oblio per i sopravvissuti al tumore, chiede ancora il Parlamento Europeo, "deve essere incluso nella legislazione dell'Unione europea per prevenire la discriminazione e migliorare l'accesso dei sopravvissuti al cancro ai servizi finanziari".

E in Italia?

Il Parlamento è chiamato a rispondere alle indicazioni europee. Al Senato è stato recentemente depositato il disegno di legge "Disposizioni in materia di parità di trattamento delle persone che sono state affette da patologie oncologiche" (prima firmataria la senatrice Paola Boldrini- PD). Il testo, al momento, è fermo non essendo stato ancora assegnato alle Commissioni competenti per l'esame.

Avv. Francesca Polimeni