L’ abbandono di cani nelle pensioni: un grave vuoto di tutela e di umanità

13.02.2024

"Più conosco gli uomini e più apprezzo il mio cane" diceva un antico filosofo.

Probabilmente non aveva tutti i torti, visti i numerosi episodi di "abbandono" a cui assistono molte pensioni per cani ogni stagione…ma andiamo con ordine.

Le pensioni per cani sono strutture pensate e organizzate per fornire ospitalità ai nostri amici a quattro zampe quando non possiamo prendercene cura per un lungo o un breve periodo.

Sono luoghi sicuri, dove i nostri cani possono trascorrere una piccola vacanza in nostra assenza sotto la custodia attenta di persone appassionate e affidabili.

Spesso si ricorre a questo servizio nei periodi estivi, tuttavia può ben succedere che anche durante l'anno ci si trovi ad aver bisogno di un posto familiare dove lasciare il nostro cagnolino per qualche giorno, se gli impegni quotidiani non ci permettono di prendercene cura.

Accanto a questa normale realtà, dove queste strutture sono viste come un supporto per i padroni attenti che amano il proprio cane, si affianca troppo spesso, purtroppo, una realtà molto più cupa.

Sempre più di frequente, infatti, molti proprietari di pensioni si trovano a fare i conti con padroni che lasciano il proprio cane presso la struttura a tempo indeterminato, "dimenticando" di tornare a prenderlo e facendo talvolta perdere le proprie tracce.

La questione, oltre a rappresentare un comportamento moralmente inaccettabile e che tradisce la fiducia incondizionata che l'amico a quattro zampe nutre verso il suo padrone, rappresenta anche un problema giuridico non di poco conto per i proprietari delle pensioni.

Se da un lato, infatti, sotto il profilo civilistico abbiamo un chiaro inadempimento contrattuale da parte del proprietario dell'animale, dall'altro lato sotto il profilo penalistico si riscontra senza dubbio un vuoto di tutela importante.

Il nostro ordinamento, infatti, disciplina all'art. 727 c.p. la fattispecie di "abbandono di animale" che punisce con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro chiunque abbandona il proprio animale domestico. Tale fattispecie, tuttavia, è applicabile solamente nel caso in cui ci sia un vero e proprio abbandono dell'animale a sé stesso, senza nessuno che se ne prenda cura.

Va da sé che nel caso in cui l'animale sia stato lasciato all'interno di una pensione, il reato di cui all'art. 727 c.c. non possa configurarsi.

Vista la riprovevolezza di questo comportamento, viene da chiedersi se la mancanza di una fattispecie ad hoc sia da ricondursi, più che ad un'inottemperanza del legislatore, al fatto che si sia sottovalutata la cattiveria di cui l'uomo può essere capace nei confronti della creatura più fedele al mondo: il cane.

Fatto sta che i proprietari delle pensioni si trovano sempre più spesso senza strumenti giuridici adeguati (almeno sotto il profilo penalistico) per affrontare questa situazione, non potendo denunciare quello che in realtà è un vero e proprio "abbandono" dell'animale.

Sicuramente potrebbe aiutare una normativa apposita che colmi questo vuoto di tutela, ma forse quello di cui maggiormente si avrebbe bisogno è di un po' di buon senso e rispetto verso gli animali. Ne sarà in grado la nostra razza? O continueremo a dimostrare una mancanza totale di umanità?

Avv. Giulia Solenni