Se subisco furto devo sporgere denuncia o querela?

17.06.2025

A cura di Dott.ssa Gemma Colarieti

Il reato di furto, che nella sua forma base, ai sensi dell'art. 624 c.p., punisce chiunque s'impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, è un reato perseguibile a querela.

Per i reati perseguibili a querela, l'azione penale non è avviata automaticamente dalle autorità giudiziarie, indipendentemente dalla volontà della vittima, perché questi reati non sono di interesse pubblico o generalmente sono considerati di minore gravità, non colpendo valori fondamentali della società.

Al contrario, i reati perseguibili d'ufficio, sono caratterizzati:

dall'avvio automatico delle indagini, dunque le autorità giudiziarie, quando vengono a conoscenza degli stessi, attraverso una denuncia, un rapporto o anche tramite la propria attività di indagine, sono obbligate ad avviare le indagini;

dall'irreversibilità dell'azione penale: ciò significa che una volta iniziata l'azione penale per un reato perseguibile d'ufficio, essa non può essere interrotta su richiesta della vittima fino alla conclusione del procedimento.

Dunque, per alcuni reati di interesse privato è necessario esporre querela, generalmente entro il termine di tre mesi dal giorno in cui la persona offesa ha avuto conoscenza del fatto che costituisce reato (a meno che non si tratti di reati sessuali o previsti dal cosiddetto "codice rosso", per cui il termine è 12 mesi), affinchè venga avviata un'indagine penale.

Senza querela, questi reati, ammesso venga avviato il procedimento penale, saranno archiviati per mancanza della condizione di procedibilità.

Ma cos'è effettivamente la querela? In cosa differisce dalla denuncia?

Nonostante i due termini vengano spesso confusi tra loro ed utilizzati come sinonimi, la querela è la dichiarazione in cui la persona offesa descrive il fatto-reato subito e in cui deve risultare in maniera chiara ed espressa la sua volontà che si proceda in ordine al fatto e se ne punisca il colpevole e può anche essere ritirata, tranne che in alcuni casi. Il ritiro della querela, che prende il nome di remissione, in forma espressa o per fatti concludenti, talvolta richiede l'accettazione del querelato, che potrebbe avere interesse a dimostrare attraverso il processo la sua estraneità al reato.

La denuncia, invece, che può essere presentata sia in forma orale che scritta, è la mera esposizione dei fatti di reato di cui si viene a conoscenza.

Generalmente è atto facoltativo, ma diventa obbligatorio in alcuni casi espressamente previsti dalla legge, cioè:

se si viene a conoscenza di un reato contro lo Stato (attentati, terrorismo, spionaggio politico-militare, stragi);

se ci si accorge di aver ricevuto in buona fede denaro falso;

se si riceve denaro sospetto o si acquistano oggetti di dubbia origine;

se si viene a conoscenza di depositi di materie esplodenti o si rinvenga qualsiasi esplosivo;

se si subisce un furto o smarrisce un'arma, parte di essa o un esplosivo nel caso in cui rappresentanti sportivi abbiano avuto notizia di imbrogli nelle competizioni sportive.

In tali casi apposite disposizioni stabiliscono il termine entro il quale essa deve essere presentata denuncia.

Con la riforma Cartabia del 2022 i reati perseguibili d'ufficio sono notevolmente aumentati nell'ottica di diminuire il numero dei processi che affannano il sistema giudiziario.