Sextortion: riconoscere e prevenire il ricatto sessuale online

19.11.2025

A cura di Avv. Martina Carosi

I pericoli della rete aumentano ogni giorno, e saperli riconoscere è diventato fondamentale. 

Sempre più spesso, persone di ogni età vengono ricattate con la minaccia di vedere diffuse foto o video compromettenti se non cedono alle richieste economiche degli estorsori. 

Questo fenomeno prende comunemente il nome di sextortion.Il termine deriva dalle parole inglesi "sex" (sesso) ed "extortion" (estorsione) e indica una forma di estorsione in cui il criminale minaccia di diffondere immagini intime della vittima, spesso ottenute attraverso social network o app di incontri. Tutto ha inizio con un contatto apparentemente innocuo: una richiesta di amicizia o un invito da parte di uno sconosciuto. 

Successivamente, con la scusa di gioco o di interazione online, la vittima viene invitata a inviare foto, video o a partecipare a videochiamate fornendo, involontariamente, materiale che viene poi segretamente registrato o salvato dall'estorsore.

A questo punto, il criminale utilizza i contenuti per ricattare la vittima, minacciando di renderli pubblici su social, piattaforme di video o addirittura di inviarli a familiari, amici o al datore di lavoro.
La paura di essere scoperti induce molte vittime a non confidarsi e a cedere all'intimidazione. 

Tuttavia, esistono comportamenti fondamentali per proteggersi:

Non cedere mai al ricatto: il pagamento non fermerà le richieste, che anzi diventeranno sempre più insistenti.

Non provare vergogna per aver condiviso immagini intime: i criminali sfruttano le fragilità delle vittime, non il loro comportamento.

Non eliminare i messaggi o i profili coinvolti: conservare screenshot e prove è essenziale per le indagini.

Rivolgersi immediatamente alle autorità o ai canali ufficiali di segnalazione.

Dal punto di vista statistico, se il revenge porn colpisce principalmente le donne, la sextortion vede una prevalenza di vittime maschili. Tuttavia, questo reato può riguardare chiunque, indipendentemente dall'età o dal genere.

Vista la gravità del fenomeno, anche i più importanti social network, come Instagram hanno adottato strumenti di protezione:

• Protezione dalle immagini di nudo, che sfoca automaticamente contenuti sessualmente espliciti nei messaggi diretti (DM);

• Blocco degli screenshot per foto e video temporanei;

• Opzione "Blocca e segnala", che consente di bloccare un utente e segnalarlo simultaneamente;

• Protezioni dedicate agli account per adolescenti, con impostazioni pensate per tutelare i più giovani.Affrontare il tema della sextortion non è solo un dovere informativo, ma un passo necessario per tutelare le persone online. 

Si tratta di un reato subdolo che combina abuso di fiducia e violenza psicologica, colpendo in particolare giovani e soggetti vulnerabili.
Parlare apertamente di questo fenomeno significa rompere il silenzio. 

Sensibilizzare l'opinione pubblica aiuta a comprendere che le vittime non sono responsabili del crimine subito e che denunciare è fondamentale per fermare gli estorsori.
Diffondere conoscenza è anche il modo più efficace per prevenire: conoscere i meccanismi del ricatto digitale permette di riconoscere i segnali di rischio e di reagire in modo consapevole. Parlare di sextortion promuove infine una cultura della responsabilità digitale, educando al rispetto della privacy, del consenso e della sicurezza online.

In sintesi, affrontare pubblicamente la sextortion significa trasformare paura e vergogna in consapevolezza e azione, costruendo così una rete digitale più sicura, fondata sulla tutela dei diritti e della dignità delle persone.