Nulle le multe elevate per mezzo di autovelox, se il segnale che indica il limite di velocità è posto a meno di 1 km dalla postazione
Cass.civ.,sez. II, 31 agosto 2023, n. 25544
E' un'ordinanza che ha del rivoluzionario quella della Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione risalente al 31 agosto 2023, con cui si conclude una causa tra l'unione dei comuni, ed un automobilista a cui è stata elevata una multa per eccesso di velocità con conseguente perdita dei punti sulla patente.
Per gli ermellini, infatti, qualora la macchinetta di rilevazione della velocità o più comunemente "autovelox", si trovi a meno di 1 km dalla segnaletica stradale che indica il limite di velocità[1] vigente su quel tratto, sarà possibile proporre ricorso presso il Giudice di Pace.
Non si pensi però che sul punto, a livello legislativo, il legislatore sia stato poco meticoloso. Si ricorda, infatti che nel 2017, per mezzo del D.M. 282/2017, è stata introdotta la c.d. Direttiva Minniti con la quale è stato regolamentato il posizionamento del temutissimo autovelox sulle strade italiane.
Ma si badi bene, perchè la predetta riforma, è stata introdotta per mezzo di un decreto ministeriale che, come noto, si inserisce nella celeberrima gerarchia delle fonti, e pertanto, in quanto tale, è pienamente vincolante.
In caso di violazione delle disposizioni presenti nella riforma già citata, infatti, gli agenti di polizia coinvolti possono rispondere per abuso di ufficio, e l'automobilista può chiedere l'annullamento della sanzione ad egli applicata presso le opportune sedi giudiziarie.
A tal proposito, rileva il punto 7.5 della Direttiva Minniti che fissa la distanza minima tra la segnaletica recante il limite di velocità, e l'autovelox a non meno di 1 km, purchè vengano rispettate determinate condizioni relative anzitutto, al trovarsi all'esterno di un centro abitato, e secondo poi, qualora il limite di velocità previsto sia inferiore a quello stabilito dal CdS per quel determinato tratto di strada.
Fino ad ora, tuttavia, nelle pronunce della Suprema Corte, il parametro che i giudici hanno esaminato non è stato quello della distanza tra il cartello indicante la velocità consentita e la postazione del controllo, bensì, la distanza tra il cartello che segnala la presenza del macchinario ed esso stesso, prevedendo che sia sufficiente un ragionevole margine di distanza mancando una determinazione precisa da parte della legge, e ravvisando la ratio, nella volontà di evitare che frenate eccessivamente brusche degli automobilisti vadano a creare incidenti sulle nostre strade.
Sempre guardando alle pregresse pronunce della Cassazione, nel 2022 con la sentenza n.4007, i giudici hanno stabilito la necessità di rendere visibili gli autovelox decretando nulla la multa applicata in seguito a controllo eseguito con dispositivo "nascosto", o ancora, ha considerati nulli anche i rilevatori delle vetture non istituzionali in sosta nelle piazzole o prive del lampeggiante blu acceso sul tettino della vettura.
Con la sentenza in esame, però, l'orientamento della Cassazione muta, fissando due principi di non poco conto quando si tratta di autovelox e multe e a cui i conducenti devono prestare attenzione:
In caso di violazione di queste prescrizioni, per la Cassazione, la multa è nulla e quindi impugnabile nelle sedi di giustizia.
[1] Attenzione, il limite a cui ci si riferisce non è il limite massimo previsto dalla legge, bensì un limite al di sotto di quello legalmente stabilito. Es. nel centro abitato la velocità max è di 50 km/h, ma potrebbe essere apposto un cartello che impone di viaggiare a 30 km/h.
[2] Per legge, non può intercorrere una distanza maggiore a 4 km tra il cartello che segnala la presenza dell'autovelox e la postazione.
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