Cosa è la donazione con riserva di usufrutto?
La donazione con riserva di usufrutto (art. 796 c.c.) sussiste quando il donante trasferisce la nuda proprietà di un proprio bene, riservandosi, tuttavia, l'usufrutto; quest'ultimo diritto si estingue al momento della morte del titolare e si consolida la piena proprietà del bene in capo al donatario.
Al momento della morte si verifica una fattispecie estintiva di un diritto e non traslativa.
La donazione con riserva di usufrutto viene utilizzata, soprattutto, per l'anticipazione anche ai fini successori della proprietà di un immobile oppure di un pacchetto di partecipazioni societarie o di una azienda.
Il donante, riservandosi l'usufrutto, continua a godere dei frutti del bene fino alla proprio morte e dunque ottiene una rendita del bene pur avendo anticipato il trasferimento del diritto di proprietà.
Meno usuale è il caso in cui il donante si riservi la nuda proprietà e trasferisca l'usufrutto, come anche meno frequente è il caso in cui il donante trasferisca la nuda proprietà ad un soggetto e riservi l'usufrutto ad un altro.
La donazione con riserva di usufrutto viene impiegata di frequente nell'ambito del passaggio generazionale della ricchezza.
La fattispecie si esaurisce in un unico negozio, la dottrina consolidata, infatti, ritiene che non sia necessario un primo atto di disposizione della proprietà e successiva costituzione del diritto di usufrutto.
Ulteriore ipotesi di rilievo, espressamente prevista dall'articolo 796 c.c., è quella del cd. usufrutto congiuntivo in cui il donante riserva a favore proprio e, dopo di sé, a favore di un altro soggetto l'usufrutto sul bene.
Tale ipotesi non si pone in contrasto con il divieto di usufrutto successivo, in quanto, si reputa che il diritto di usufrutto anche a favore di un altro soggetto sorga al momento della donazione; si avrebbe una contestuale donazione della nuda proprietà e di usufrutto a favore di un terzo.
Si avrebbe una donazione sottoposta a condizione sospensiva della premorienza del donante al donatario e con termine iniziale coincidente con la morte del donante.
Dott.ssa Michela Falcone