Estorsione commessa con minaccia “silente” da soggetto appartenente ad un’associazione di tipo mafioso si applica l'aggravante?

20.01.2024

Cass. Pen. Sez. I, 19 Aprile 2023, n. 398236 

La Cassazione ha affrontato una questione riguardante un soggetto appartenente all'associazione mafiosa "Cosa Nostra", al quale venivano imputati due reati: il reato di cui all'art. 614 bis, in quanto lo stesso avrebbe mantenuto contatti con altri associati e realizzato iniziative imprenditoriali, nonché gestito la cassa dell'associazione e il reato di estorsione posto in essere nei confronti dei gestori di un bar teso ad imporre il mantenimento, all'interno del locale, delle slots machines riferibili al medesimo.

Le principali fonti di prova, rappresentate dalle intercettazioni di comunicazioni, ritenevano il soggetto colpevole del reato contestatogli.

Il GUP lo riteneva, sulla base delle analisi delle conversazioni oggetto di intercettazione, socio di fatto di un altro soggetto, coimputato giudicato separatamente, nella lucrosa attività di locazione e manutenzione delle piattaforme di gioco e scommesse ubicate in numerosi esercizi commerciali del trapanese. Sulla base di un risalente accordo intervenuto tra quest'ultimo soggetto, già consigliere comunale della città medesima, e i referenti territoriali di cosa nostra, l'attività di impresa di avvantaggia della "protezione" dell'associazione mafiosa e garantisce un flusso economico costante verso l'organizzazione.

La Cassazione, prima Sezione penale, in tema di estorsione, ha affermato che "nel caso in cui il delitto sia commesso, con minaccia "silente", da soggetto appartenente ad un'associazione di tipo mafioso, sussiste l'aggravante di cui all'art. 628, comma terzo, n. 3, cod. pen, richiamata dall'art. 629, comma secondo, cod. pen., la cui configurabilità è correlata alla sola provenienza qualificata della condotta intimidatoria, ma non quella di cui all'art. 416-bis.1 cod. pen., sotto il profilo dell'utilizzo del metodo mafioso, che postula un'ulteriore esternazione, funzionale alla semplificazione delle modalità commissive del reato."

Dott.ssa Danila D'Onofrio