L’ operatore dell’isola ecologica è un incaricato di pubblico servizio

20.09.2025

Cass. Pen. Sez. IV, 4 marzo 2025 n. 8391

MASSIMA: Gli operatori ecologici che svolgono mansioni di custodia e vigilanza dell'isola ecologica, nonché funzioni valutative in merito alla natura dei rifiuti conferiti, rivestono la qualifica di incaricati di pubblico servizio.

A cura di Dott.ssa Veronica Riggi

La vicenda è partita dalla decisione del Tribunale del riesame di Napoli con cui veniva confermata l'ordinanza che applicava la misura cautelare degli arresti domiciliari, in relazione al reato di peculato, nei confronti di 3 operatori ecologici i quali, nella loro qualità di addetti all'isola ecologica, si erano impossessati di rifiuti nobili ivi conferiti per poi cederli a terzi in cambio di denaro.

In ambito penale…

Orbene, il reato di peculato ai sensi dell'art. 314 c.p., prevede che "Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni e sei mesi.

Si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni quando il colpevole ha agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa, e questa, dopo l'uso momentaneo, è stata immediatamente restituita."

Il peculato rappresenta il reato di appropriazione indebita commesso dal pubblico ufficiale o dall'incaricato di pubblico servizio, è un reato plurioffensivo, giacché ad essere leso dalla condotta non è solamente il regolare e buon andamento della P.A., ma anche e soprattutto gli interessi patrimoniali di quest'ultima e dei privati, realizzandosi una condotta del tutto incompatibile con il titolo per cui si possiede e da cui deriva un'estromissione totale del bene dal patrimonio dell'avente diritto.

Il peculato, poi, è un reato proprio e, in quanto tale, può essere commesso solamente dal pubblico ufficiale o dall'incaricato di un pubblico servizio.

Vediamo adesso in ambito civile…

Oltre alle conseguenze penali, il peculato può comportare una responsabilità civile per il reo, che può essere chiamato a risarcire i danni patrimoniali causati alla pubblica amministrazione. Il danno risarcibile può riguardare sia il valore dei beni sottratti che eventuali altri pregiudizi subiti dalla pubblica amministrazione a causa del reato (danni all'immagine, spese legali…).

Ebbene, la pubblica amministrazione danneggiata può agire in sede civile per ottenere il risarcimento del danno, anche indipendentemente dalla conclusione del procedimento penale.

Torniamo alla pronuncia in esame.

Gli Ermellini, chiamati a decidere sul ricorso proposto dai tre operatori ecologici, ha ritenuto priva di vizi la conclusione del Tribunale del riesame in considerazione dei compiti affidati ai ricorrenti che non erano limitati all'espletamento di mere attività esecutive e materiali ma presupponevano "a monte una valutazione discrezionale in ordine alla tipologia e natura del conferimento e a valle l'autonoma decisione di non accettare il conferimento dei rifiuti non conformi alla normativa".

Ne è derivato che gli operatori ecologici che esercitano un potere valutativo e decisionale sono, secondo la Corte, incaricati di pubblico servizio nei confronti dei quali è configurabile il reato di peculato.

In conclusione, il reato di peculato, pur essendo un reato, può avere importanti ripercussioni anche in ambito civile, comportando per il responsabile l'obbligo di risarcire i danni causati alla pubblica amministrazione.