Cosa si intende per bene comune?

12.12.2024

L'indagine sui beni comuni si è sviluppata intorno alle esperienze di valorizzazione e privatizzazione dei beni pubblici, in particolare, si è tentato di individuare una "nuova" proprietà, né pubblica, né privata.

L'orientamento tradizionale riconduce all'interno della categoria le c.d. res communes omnium, vale a dirsi quelle cose che non possono, per loro natura, formare oggetto di diritti, né possono essere godute in maniera esclusiva.

All'interno della classificazione tra beni demaniali e patrimoniali, essi sono situati a cavallo sia dell'una categoria, che dell'altra, a seconda dei casi.

Il problema della qualificazione e della disciplina dei beni comuni è particolarmente avvertito anche alla luce del fatto che, a livello nazionale, non sono specificamente regolamentati.

In ogni caso, la categoria è stata formalmente riconosciuta dalle Sezioni Unite con la pronuncia del 14 febbraio 2011, n. 3665.

La Suprema Corte analizza il combinato di cui agli artt. 2, 9 e 42 Cost., norme da cui traspare la centralità della tutela della persona e dei relativi interessi e del suo corretto svolgimento nell'ambito dello Stato sociale.

In questo senso è "comune" quel bene funzionalmente collegato alla realizzazione degli interessi della collettività, al di là dei profili di titolarità giuridica.

Ancora, si qualifica come "comune" quel bene che, per le sue qualità, è strumentale all'attuazione dello Stato sociale.

Si profila, così, una duplice appartenenza, una, quasi ontologica, alla collettività che ne deve fruire, l'altra, formale, all'ente esponenziale che ne deve assicurare il godimento.

Dott. Gennaro Ferraioli