L’ergastolo è davvero una pena che dura per tutta la vita?

07.01.2025

E' certamente molto diffusa l'idea secondo cui l'ergastolo sia una pena che duri per sempre e che, pertanto, comporti la privazione della libertà del condannato per l'intera durata della vita dello stesso, senza che quest'ultimo possa poter sperare in una libertà futura. 

Tale idea non corrisponde alla realtà del nostro sistema penale, invero, seppur l'art. 22 c.p. fa riferimento all'istituto definendolo quale pena perpetua, tale carattere è fortemente mitigato. 

La non perpetuità dell'ergastolo si spiega principalmente in ragione della funzione rieducativa della pena, la quale, infatti, deve essere volta ad assicurare all'incarcerato la possibilità di ravvedersi e appunto rieducarsi per tornare in futuro a vivere nella società. 

Pertanto, colui che ha ricevuto la pena dell'ergastolo c.d. "semplice" ha, durante l'esecuzione della pena, le seguenti possibilità:

  • dopo aver espiato almeno dieci anni di pena, può accedere ai permessi premio, cioè nella sostanza può uscire alcuni giorni dal carcere;
  • dopo venti anni di carcere, può ottenere la semilibertà che consiste nella possibilità di trascorrere parte del giorno fuori dell'istituto penitenziario per partecipare alle attività lavorative, istruttive o utili al reinserimento sociale;
  • dopo ventisei anni di pena, può chiedere la liberazione condizionale per buona condotta, con la possibilità così di scontare il resto della condanna in regime di libertà vigilata, cioè sotto il controllo della polizia e con obbligo di osservare le prescrizioni imposte dal giudice.

Trascorsi 5 anni dalla liberazione, se l'ergastolano non ha commesso altri reati e a mantenuto una buona condotta, la pena si estingue del tutto e lo stesso può tornare in piena libertà.

Tutto ciò considerato, quindi, la pena dell'ergastolo, pur privando l'individuo della libertà personale per molti anni, garantisce allo stesso la speranza di poter tornare in società. Tale speranza è, infine, essenziale al fine di garantire che durante la permanenza in carcere anche i condannati alla pena dell'ergastolo siano spronati a mantenere un atteggiamento collaborativo e propositivo.

Dott.ssa Roberta Noè